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Su conferimento e revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini

La proposta di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini ha suscitato un dibattito che, durante la seduta del 28 giugno scorso, ha portato il Consiglio comunale di Noci a rinviare la decisione. Anche molti cittadini hanno iniziato a commentare la notizia e a esprimere opinioni diverse, in verità spesso estemporanee, frutto di scarsa conoscenza se non di cieca faziosità. Pertanto, senza voler entrare nel merito della proposta, si forniscono alcune informazioni che potrebbero risultare utili alla valutazione.

Nell’ordinamento giuridico italiano non è contemplata la cittadinanza onoraria. La legge 5 febbraio 1992 “Nuove norme sulla cittadinanza”, all’articolo 9, comma 2, prevede invece la concessione della "cittadinanza italiana per meriti speciali" agli stranieri che abbiano reso eminenti servizi all'Italia o quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato.

Ogni singolo ente fissa, pertanto, modalità e criteri per la concessione della cittadinanza onoraria che in genere è“un riconoscimento concesso da un Comune o da uno Stato ad un individuo ritenuto legato alla città per il suo impegno o per le sue opere. La persona dev'essersi distinta particolarmente nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'industria, del lavoro, della scuola, dello sport, con iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico od in opere, imprese, realizzazioni, prestazioni in favore degli abitanti del comune, rendendone più alto il prestigio attraverso la loro personale virtù, o in azioni di alto valore a vantaggio della nazione o dell'Umanità intera”. (da: Wikipedia, l’enciclopedia libera https://it.wikipedia.org/wiki/Cittadinanza_onoraria). Stando agli atti conosciuti, il Comune di Noci ha concesso la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini nel 1924, all’arcivescovo Mariano Magrassi nel 1978, al musicista inglese Evan Parker nel 2000, al prof. Nicola Scarpelli (che da militare aveva evitato a Noci una rappresaglia tedesca) nel 2003 e, infine, allo scrittore e giornalista Raffaele Nigro nel 2008.

La cittadinanza nocese a Benito Mussolini è stata conferita il 17 maggio 1924, con determinazione n. 47, dal commissario prefettizio “per la temporanea amministrazione del Comune” Lorenzo Caforio: “Vista la richiesta pervenuta da parte della locale sezione del Partito Nazionale Fascista per il conferimento della cittadinanza onoraria di Noci a S.E. Benito Mussolini; visto che a tale richiesta si è anche associata l’Unione Cooperativa di consumo dei lavoratori di Noci; considerato che il voto della Sezione Fascista è quello di tutta la popolazione nocese, l’anima della quale è intimamente legata a Chi, con la sua opera meravigliosa ed infaticabile fervente di patriottica fede, ha ricondotto l’Italia alle sue origini imperiali, avviandola e conducendola sulle vie luminose dei suoi alti destini; veduto l’art. 127 del Regolamento 12 febbraio 1911 n. 297; coi poteri del Consiglio, Determina di conferire a S.E. Benito Mussolini, Duce glorioso del Fascismo rinnovatore delle grandezze d’Italia, la cittadinanza onoraria di Noci”.

Il provvedimento è dunque adottato da un organo monocratico (cioè costituito da una sola persona), nominato e non eletto, con i poteri del Consiglio. Alla decisione certamente non sono estranee pressioni giunte dall’alto. A tal proposito, anche per avere contezza del contesto dell’epoca, forse merita una lettura quanto pubblicato dal quotidiano “La Stampa” di Torino sulla prima pagina dell’edizione del mattino del 21 maggio 1924, dal titolo “Sui conferimenti della cittadinanza onoraria” : “Infine il Mondo si occupa dei numerosi casi di conferimento di cittadinanza onoraria all’on. Mussolini e accennando alla proclamazione di cittadino genovese avvenuta ieri per opera del regio commissario della città ligure, dice: «Accade dunque che la legittima rappresentanza di una grande città deve abbandonare il suo posto e lasciarlo ad un commissario per un gesto di omaggio che non ha voluto compiere o per un atto di adesione ad un indirizzo politico che può anche non approvare. Ma oltre al turbamento portato alla città, che valore può avere l’adesione data da un funzionario statale e che è alle dipendente immediate del Governo? E che valore possono avere i consensi decretati dalle molte centinaia di regi commissari i quali parlerebbero a nome di cittadinanze che non rappresentano né giuridicamente né moralmente mentre rappresentano soltanto il Governo che ha loro affidato una missione puramente amministrativa? Non solo: la mancanza di spontaneità dell’omaggio al presidente del Consiglio è provata da qualche documento giunto in nostro possesso. L’onorevole Roberto Forni ha mandato una circolare a tutti i Comuni novaresi perché, in occasione dell’apertura del Parlamento, i signori sindaci convochino i rispettivi Consigli comunali e deliberino in forma solenne la concessione della cittadinanza onoraria nel rispettivo Comune all’on. Benito Mussolini. E fin qui meno male, perché si tratta di un deputato fascista onde la sua esortazione non ha carattere ufficiale. Ma c’è di peggio. Un prefetto del Regno ha diramato ai sindaci della sua provincia una circolare riservata nella quale è detto testualmente: «8 maggio 1924 – Signor Sindaco, Rappresento alla V.S. l’alto significato che assumerebbe il conferimento da parte di questo Consiglio comunale della cittadinanza onoraria a S.E. il presidente del Consiglio dei ministri in occasione della prossima ricorrenza del 21 maggio seguendo così anche il recente esempio della capitale che ha suscitato l’unanime consenso della nazione. Voglia, pertanto, la S.V. convocare all’uopo in via d’urgenza il Consiglio comunale e comunicarmi immediatamente la deliberazione adottata. Occorre appena avvertire che nel verbale della deliberazione stessa non dovrà essere fatto cenno della presente lettera. – Il Prefetto».

In tal modo si crea il consenso di autorità: Ma ad un consimile consenso sono assolutamente estranee le popolazioni dei Comuni italiani le cui preferenze non si esprimono per mezzo di regi commissari e molto meno per imposizione dei prefetti”.

La cittadinanza onoraria non è un diritto acquisito ma un riconoscimento che può essere periodicamente verificato. Molte città – come, ad esempio, Firenze - prevedono nei propri regolamenti la perdita dell’onorificenza: “Incorre nella perdita della cittadinanza onoraria l’insignito che se ne renda indegno”. Anche a Roma la cittadinanza onoraria può essere revocata dall'Assemblea capitolina a maggioranza dei due terzi dei consiglieri, qualora il sindaco o almeno la metà dei consiglieri o almeno uno dei consigli municipali o non meno di 1000 cittadini ne avanzino proposta in relazione alla sopravvenuta carenza dei requisiti che ne avevano giustificato il conferimento. Un recente clamoroso esempio di revoca di cittadinanza onoraria è venuto dal Comune di Verona che a dicembre 2020 ha revocato la cittadinanza onoraria allo scrittore Roberto Saviano al quale era stata conferita nel dicembre 2008. In molti Comuni è istituito, affisso in luogo visibile al pubblico e aggiornato, l’Albo dei cittadini onorari.

Tornando alla cittadinanza a Mussolini c’è da segnalare anche che poiché all’epoca si configurò nella maggior parte dei casi come un auto-conferimento, essendo stato indotto e non deliberato da Consigli comunali eletti, molti Comuni non l’hanno revocata avendo dubbi circa la propria competenza sul piano giuridico-amministrativo, domandando che sia lo stesso Governo nazionale a revocarlo. In effetti anche alcuni parlamentari hanno presentato nel 2017 una interrogazione con la quale chiedono che il Governo valuti l’esistenza dei presupposti, anche mediante iniziative di natura legislativa, per revocare tutte le cittadinanze onorarie conferite dai comuni italiani a Mussolini. Un tema, quindi, sentito e attuale che in ogni caso non va derubricato tra quelli anacronistici e privi di importanza e, forse, neanche caricato oltremodo di significati storico-politici.

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